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Cibi ultra-processati e rischi per la salute

Roma, 2 gennaio 2021 (Agonb) – Gli scaffali dei supermercati sono sempre più inondati di alimenti prodotti da una vasta lavorazione industriale, generalmente a basso contenuto di nutrienti essenziali, ricchi di zucchero, olio e sale e molto attraenti: la comodità dei pasti al microonde, il buon gusto delle patatine, l’economicità di uno spuntino.

Una ricerca del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’I.R.C.C.S. Neuromed, in Italia, conferma che questi alimenti fanno davvero male. Pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition, lo studio è stato condotto su oltre ventiduemila cittadini partecipanti al Progetto Moli-sani. Analizzando le loro abitudini alimentari e seguendo le loro condizioni di salute per oltre 8 anni, i ricercatori del Neuromed sono stati in grado di osservare che coloro che consumavano una quantità elevata di alimenti ultra-elaborati avevano un aumento del rischio di morte per qualsiasi causa del 26% e del 58% in particolare per le malattie cardiovascolari.

Per valutare le abitudini alimentari dei partecipanti allo studio il team ha fatto riferimento alla classificazione internazionale NOVA, che caratterizza gli alimenti in base a quanto subiscono estrazione, purificazione o alterazione. Il principale colpevole potrebbe essere lo zucchero, che negli alimenti ultra trasformati viene aggiunto in quantità sostanziose. Ma la risposta sembra più complessa.

“Secondo le nostre analisi – spiega Augusto Di Castelnuovo, epidemiologo del Dipartimento, attualmente al Mediterranea Cardiocentro di Napoli – l’eccesso di zucchero gioca un ruolo, ma rappresenta solo il 40% dell’aumento del rischio di morte. La nostra idea è che un un ruolo importante è svolto dalla stessa lavorazione industriale, in grado di indurre profonde modificazioni nella struttura e composizione dei nutrienti”.