Il monk fruit, conosciuto anche come Luo Han Guo e con le denominazioni latine di Momordica grosvenorii e Thladiantha grosvenorii, è un frutto di origine asiatica derivante dalla pianta erbacea perenne nota come Siraitia grosvenorii.
Tale pianta viene coltivata al giorno d’oggi al fine di ricavarne un estratto caratterizzato da proprietà dolcificanti da 150 a 300 volte superiori rispetto allo zucchero bianco.
Il frutto ed i suoi estratti sono stati utilizzati a lungo in Cina comedolcificanti naturali a ridotto apporto calorico, sia per cucinare che nella preparazione delle bevande. La medicina tradizionale cinese indica questo frutto come adatto al trattamento e alla prevenzione del diabete e dell’obesità.
Il monk fruit è inoltre conosciuto come “frutto della longevità” in Oriente, in Paesi come la Cina o il Vietnam, dove ad esso tradizionalmente vengono attribuite proprietà curative e preventive nei confronti di numerose malattie. Il frutto è noto soprattutto per la dolcezza della sua polpa, che può essere consumata fresca come tale o utilizzata per la preparazione di succhi e bevande. La sua buccia, amara rispetto alla polpa, viene impiegata per la preparazione di tè e tisane.
Ogni frutto può presentare un contenuto di carboidrati variabile dal 25% al 38% e costituito soprattutto da fruttosio e da glucosio. La dolcezza del frutto è accresciuta dalla presenza di un gruppo di glucosidi denominati mogrosidi. Alcuni di tali componenti, secondo recenti ricerche, potrebbero presentare lievi proprietà anticancro. Il frutto inoltre è rinomato per via del proprio contenuto di vitamina C.
Il consumo del frutto e dei suoi estratti è considerato privo di effetti collaterali. La US Food and Drug Administration ha recentemente riconosciuto (nel 2009) come sicuro il succo concentrato di monk fruit per l’impiego dello stesso come dolcificante all’interno degli alimenti. Da parte dell’FDA non sono state indicate restrizioni per quanto concerne il consumo del frutto stesso o dei suoi estratti.
Al di fuori dei procedimenti industriali utilizzati per ottenere il dolcificante derivato dal monk fruit da rendere disponibile per la vendita, le pratiche tradizionali richiedono una lunga essiccazione del frutto, i cui estratti verranno poi impiegati al fine di dolcificare pietanze e bevande.
Tali estratti ed il frutto stesso sono stati a lungo impiegati in Cina, soprattutto da parte delle popolazioni delle zone del Sud, per il trattamento di raffreddore e mal di gola e per piccoli problemi allo stomaco o all’intestino. Al momento l’impiego del frutto e dei suoi estratti sarebbe diffuso, oltre che in Cina e negli Stati Uniti, anche in Giappone ed in Nuova Zelanda.
Negli Stati Uniti il dolcificante estratto dal monk fruit è disponibile per la vendita con il nome commerciale di PureFruit, o come prodotto denominato quale Monk Fruit In The Raw e Nectresse. La sua consistenza lo rende molto simile allo zucchero bianco, rispetto al quale risulta però molto più dolce. Il suo sapore si mantiene stabile con il calore, quindi può essere impiegato per la preparazione di pietanze da cuocere e di dolci da forno, oltre che per dolcificare le bevande calde. È considerato adatto a coloro che devono tenere sotto controllo l’apporto di calorie e carboidrati, insieme all’indice glicemico, in quanto tale dolcificante naturale non innalza il livello di zuccheri nel sangue.
Un dolcificante a base di monk fruit viene al momento prodotto e commercializzato in Nuova Zelanda, con il nome di PureLo Lo Han Sweetener. Pare che al momento tale tipologia di dolcificante non sia disponibile in Italia. Potrebbe però accadere di imbattersi in esso, o nel frutto da cui è ricavato, durante un viaggio all’estero.
Non ci troviamo dunque alla presenza di una vera e propria operazione commerciale di massa e a livello mondiale, come accaduto nel giro di pochi anni nel caso della stevia. A differenza della stevia, i dolcificanti a base di estratto di monk fruit non presenterebbero alcun retrogusto amarognolo. Potrebbe dunque risultare utile conoscerne l’esistenza in quanto esso può essere annoverato tra i dolcificanti naturali che è possibile impiegare in alternativa allo zucchero raffinato.
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